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Il Pantano della Doganella

Zone umide del Parco

 
Il Pantano della Doganella
 

Il pantano della Doganella è una zona umida del Parco regionale dei Castelli Romani, situata nel comune di Rocca Priora, che insieme al vicino bosco del Cerquone, fa parte della ZSC (Zona Speciale di Conservazione), designata dall’UE ‘Cerquone-Doganella’, inserita nella Rete Natura 2000.

In quest’area fino agli anni ’30 del secolo scorso, esisteva, a sud della Via Tuscolana, il piccolo lago della Doganella, che fu drenato perché l’area venne all’epoca destinata allo sfruttamento della risorsa idrica potabile, con la nascita nel 1935 del Campo Pozzi della Doganella, inizialmente gestito dal CAD (Consorzio Acquedotto della Doganella), in un’area da sempre povera di sorgenti naturali rispetto al fabbisogno richiesto, in seguito la gestione del campo pozzi della Doganella è passata ed è tuttora a cura dell’Acea Ato2 spa. Nel 2017 il Parco in collaborazione con il geologo Pio Bersani ha realizzato lo “Studio del sistema idrologico nell'area superiore dei Colli Albani finalizzato alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici mediante il recupero e la gestione ottimale delle risorse idriche locali e la ricarica della falda idrica sotterranea”.

Il pantano della Doganella è un sito molto importante per il mantenimento della biodiversità, in quanto luogo ideale per la riproduzione degli anfibi, considerati fondamentali per la conservazione dell’ecosistema, la loro presenza ci indica infatti che l’equilibrio ecologico non ha subito gravi danni, ma sono anche tra le specie di vertebrati più esposte alle minacce derivanti dall’azione antropica. Uno dei principali problemi relativi alla loro conservazione dipende dalla frammentazione e dall’isolamento dei loro habitat naturali, un fenomeno del quale risentono particolarmente come conseguenza della loro scarsa mobilità e dell’utilizzo di habitat sia acquatici che terrestri. Dalla fine di febbraio fino ad aprile, in base all’andamento del clima, inizia il periodo della riproduzione di rospi (Bufo bufo) e rane (Rana dalmatina), ma anche altri anfibi (es. Tritone punteggiato e il Tritone crestato), che dal vicino bosco del Cerquone trasmigrano verso gli stagni della Doganella.

Gli anfibi sono considerati dal mondo scientifico il gruppo a maggior rischio di estinzione, in questa delicata fase di migrazione di massa, è necessario prestare molta attenzione in quanto sono spesso ostacolati da barriere artificiali difficili da superare, come strade, muri, recinzioni interrate, che possono minare la loro sopravvivenza, cosi come possono finire durante l’attraversamento della strada, che avviene soprattutto nelle ore notturne, schiacciati dalle automobili.

In questo periodo, il personale del Parco dei Castelli Romani con la collaborazione di volontari, ha effettuato in passato interventi di salvaguardia, posizionando delle barriere a bordo strada per rendere più sicuro il passaggio degli anfibi verso il loro habitat riproduttivo. Lo scorso anno il Parco ha installato delle reti protettive fisse per mettere l’area in sicurezza ed agevolare il passaggio di anfibi e altri esemplari della fauna selvatica attraverso i sottopassi, ciò evita l’attraversamento di una strada piuttosto trafficata, riducendo di molto il rischio di impatto con le automobili.  

L’area è frequentata oltre che dagli anfibi anche dai migratori, sono spesso stati avvistati Aironi cinerini, Averle, raramente Cicogne bianche, ma anche stormi di migratori nordici, come Cesene, Fringuelli, Tordi sasselli, che durante il loro viaggio sostano per riposare e rifocillarsi, essendo una zona umida ricca di insetti, ma anche con svariati arbusti tipo il Biancospino le cui bacche sono piuttosto appetibili.

 

Cartografia

 
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