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La rubrica social di Parchilazio per approfondire la conoscenza del lupo

 
 

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Una rubrica social di Parchilazio, i “Lupi e Noi”, ci racconta una storia per approfondire la conoscenza di questo splendido animale.

Il Lupo fa parte della nostra cultura ed è fondamentale per i nostri ecosistemi, proprio quest’anno è partito il primo monitoraggio a livello nazionale al quale partecipa anche il Parco dei Castelli Romani, al fine di stabilire la distribuzione complessiva della popolazione in Italia e la consistenza numerica.

Coesistenza, conoscenza e tutela, sono i pilastri sui quali si sono basate le azioni messe in campo negli ultimi anni, per facilitare la coabitazione di allevatori e cittadini con il Lupo.

Argomento e il video sono dedicati a “Le stagioni del lupo: il tempo dell’amore”.


Lupi e Noi: tecniche messe in campo e aspettative del primo monitoraggio nazionale del lupo

In un video il bilancio delle tecniche messe in campo nel primo monitoraggio nazionale del lupo, a partire da ottobre 2020 fino ad aprile 2021.

Per la Regione Lazio, 162 operatori afferenti al sistema regionale delle aree protette hanno percorso a piedi per almeno tre volte in sette mesi (ma in alcune zone addirittura sette volte in sette mesi!) ben 96 transetti su 171 individuati nel Lazio, per un totale di 438 km, alla ricerca di segni di presenza del lupo.

Finiti i rilevamenti di aprile, si attenderanno per ottobre i primi risultati del protocollo di indagine utilizzato nell’intero territorio nazionale, sotto il coordinamento dell’ISPRA e su indicazione del Ministero della Transizione Ecologica. I dati raccolti saranno utili per ottenere una ‘fotografia istantanea’, circa la distribuzione (dove sta il lupo?) e la consistenza (quanti lupi ci sono in Italia?) della popolazione di Canis lupus dalla Calabria alle Alpi, indispensabile per impostare un piano di monitoraggio permanente basato su scelte idonee alla conservazione futura della specie e in armonia con le attività dell’uomo.


Lupi e noi: conoscenza, tutela, coesistenza

Il lupo e il cane hanno circa il 100% del loro patrimonio genetico, difatti sono la stessa specie, si possono incrociare tra loro e generano prole fertile, anche se alcune razze canine sembrano non avere nulla in comune con il lupo.

Sembra che il lupo (Canis lupus) e il cane (Canis lupus familiaris) derivano da un progenitore comune, il cosiddetto “lupo del Tardo Pleistocene”, vissuto nell’emisfero settentrionale durante l’ultimo interglaciale (130.000 – 110.000 anni fa) e la successiva ultima glaciazione (110.000 – circa 12.000 anni fa). Le linee evolutive del lupo e del cane, secondo diversi metodi di ricerca, si separarono fra 40.000 e 15.000 anni fa, anche se non è ancora certa la zona geografica dove sia avvenuta questa divergenza. Quel che è certo è che l’attuale cane non deriva dall’attuale lupo e che il progenitore comune è oggi estinto.

La domesticazione è avvenuta dopo la divergenza evolutiva probabilmente fra 40.000 e 20.000 anni fa, nel Paleolitico, quando i cacciatori-raccoglitori dell’Eurasia si spostano nomadicamente per cacciare; il lupo-progenitore probabilmente era di base molto aggressivo nei confronti dell’uomo, visto come preda; ma alcuni individui erano un po’ più “amichevoli” nei confronti dell’uomo, e anche più opportunisti nell’ottenere cibo avvicinandosi all’uomo, sfruttando gli avanzi di animali cacciati e non consumati. L’uomo a sua volta iniziò a favorire la presenza dei lupi amichevoli al proprio fianco perché erano un valido aiuto nella caccia, segnalando l’avvicinarsi di predatori. Si sviluppò quindi nel tempo, un rapporto di collaborazione con vantaggi reciproci, che nell’arco di alcune decine di migliaia di anni ha portato il cane ad essere il miglior amico dell’uomo.


Lupi e Noi: è tempo di cuccioli

I cuccioli dei lupi nascono fra aprile e maggio, rimanendo per le prime due settimane di vita nella tana, di solito la fessura di una roccia sufficientemente grande per permettere il passaggio della madre, o una buca scavata nel terreno e protetta dalle radici di alberi.

I piccoli aprono gli occhi ed iniziano ad ispezionare la tana a circa 12-14 giorni di età, man mano la curiosità li spingerà ad affacciarsi all’esterno. Fra le 8 e le 20 settimane di età i cuccioli occuperanno un’area dove è possibile distinguere un “nido”, che è l'area dove si riuniscono, un reticolo fitto di sentierini e alcuni spazi riservati al gioco. L’area è detta “rendez-vous site”, generalmente si trova presso fonti d’acqua e risulta coperta da una fitta vegetazione che li protegge e nasconde.

Nel momento in cui la madre inizia ad allontanarsi per cercare il cibo con altri membri del branco, sono spesso i fratelli più grandi, quelli nati nelle stagioni precedenti, con la funzione di “helper”, a prendersi cura dei piccoli. Questo è un periodo molto delicato in cui tane e zone di “rendez-vous site”, devono essere particolarmente tutelate da pericoli e occhi indiscreti.


Lupi e Noi: semplici regole per evitare conflitti con la fauna selvatica

La rubrica settimanale di Parchilazio #lupienoi, ci parla delle regole d’oro per una buona convivenza non solo con il lupo ma con tutta la fauna selvatica.

Si tratta di concetti da noi già espressi svariate volte, ma che ci teniamo a ribadire, per evitare conflitti con la fauna selvatica e non metterla in pericolo.  

 - Cibo. Evitiamo di dare da mangiare agli animali selvatici o di creare situazioni di cibo facilmente accessibile a loro; abituare i selvatici a dipendere dal cibo dell’uomo li porta a modificare il loro comportamento naturale e a frequentare strade o altri luoghi antropizzati che non sono né idonei né sicuri per loro.

Evitiamo di lasciare in giro il cibo per cani e gatti: meglio nutrire i domestici a orari fissi e togliere subito le ciotole alla fine del pasto affinché nulla resti a disposizione dei selvatici.

Altrettanto importante è rendere inaccessibili i rifiuti organici della raccolta differenziata, per non parlare degli avanzi dei pic-nic: i resti del nostro cibo sono un attrattore olfattivo potentissimo per i selvatici. (E poi portarsi a casa i resti delle proprie scampagnate è un caposaldo della buona educazione).

 - Riprese video-fotografiche. La fotografia-naturalistica si sta diffondendo sempre di più, ma va sempre praticata in modo responsabile senza provocare situazioni di pericolo per gli animali; una cosa da non fare è appostarsi nei pressi di tane e rendez-vous di lupi, ma anche di altri animali: le madri, sentendo la presenza dell’uomo, in un momento delicatissimo qual è la cura dei cuccioli possono rispondere allo stress spostandoli in luoghi non idonei. Il foto-videotrappolaggio in base alla legge sulla privacy non può essere praticato da privati, ma si effettua esclusivamente per finalità scientifiche e deve essere sempre autorizzato dall’Ente Parco - come da disciplinare adottato con deliberazione n. 44 del 21/12/2018 - fatte salve idonee convenzioni di collaborazione stipulate nell’ambito delle attività di ricerca e studio approvate e promosse dall’Ente.

Ugualmente non bisogna usare esche alimentari o odorose per attirare gli animali da fotografare: cerchiamo di essere osservatori del mondo naturale senza modificare il comportamento della fauna selvatica.

 - Richiami. Spesso, per curiosità o per emulazione di quanto visto nei documentari naturalistici, alcuni usano richiami di animali per ottenerne la risposta: questa pratica è deleteria per i rapaci notturni, per il lupo e per tutte le specie che utilizzano le vocalizzazioni nella comunicazione intraspecifica.

Infatti, come nel caso del cibo facilmente accessibile, anche con i richiami modifichiamo il comportamento naturale degli animali.

L’uso di richiami deve essere riservato a chi svolge indagini scientifiche sulla fauna e che utilizza questi strumenti con protocolli riconosciuti come non dannosi dalla comunità scientifica e dalle istituzioni deputate alla conservazione della fauna.

 - Inseguimenti. Un comportamento assolutamente da evitare è inseguire un animale selvatico. Oltre che essere terribilmente stressante per l’animale, l’inseguimento mette a rischio la sua vita e anche la vita di altri utenti della strada. Se vediamo un selvatico lungo una strada, ci accostiamo al margine della corsia, ci fermiamo e aspettiamo che l’animale se ne vada. Solo così avremo fatto il suo bene.

(estratto dalla pagina FB di Parchilazio)