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Tagli boschivi sui sentieri: istruzioni per l’uso

Lungo i sentieri del Parco, ci si imbatte spesso in aree adibite al taglio

 
Tagli boschivi sui sentieri: istruzioni per l’uso
 

I sentieri C.A.I. presenti nel Parco dei Castelli Romani si snodano su proprietà pubblica (Comuni, Comunità Montana, Demanio) e privata. Molti di questi insistono all’interno di boschi prevalentemente di castagno, pianta tipica dell’area protetta, soggetta a taglio ciclico (ossia governati a taglio ceduo con trattamento a ceduo matricinato).

Quello legato al taglio del bosco è un argomento che spesso suscita indignazione e proteste da parte dei cittadini, perché sembra che i tagli danneggino la natura. Proprio la tutela dell’ambiente però, passa a volte, per azioni che, ai non addetti ai lavori, appaiono aggressive, come nel caso dei tagli che, invece, si rendono necessari alla sopravvivenza della tipologia di bosco dei Castelli Romani, composto per la maggioranza da ceduo di castagno, il cui rinnovamento avviene per polloni che rinascono dalla ceppaia.

La disposizione che spesso possiamo osservare a “filari” delle ceppaie denota come questa specie sia stata piantata per fini produttivi, l’importanza del castagno sul territorio è infatti legata all’industria del legno, fonte di reddito e di occupazione. Il suo legno è piuttosto richiesto in quanto facile da lavorare, e possiede una naturale plasticità che ha contribuito alla sua diffusione e all’intensificazione della coltivazione, per soddisfare esigenze sia tecnologiche che economiche. Viene utilizzato nelle costruzioni di edifici, ma anche nella produzione di materiale utile alla viticoltura (pali, botti, tini, mastelli), inoltre il legname è particolarmente richiesto per il riscaldamento e per la realizzazione di mobili.

I tagli sono regolamentati dal Settore Ambientale dell’Ente Parco, in base alla L.R. n. 2 del 13/01/1984 “Istituzione del Parco suburbano dei Castelli Romani”; L.R. n. 39/2002 – “Norme in materia di gestione delle risorse forestali”; L.R. n. 7/2005 – “Regolamento di attuazione dell’articolo 36 della legge regionale 28 ottobre 2002, n. 39 (Norme in materia di gestione delle risorse forestali)”; al Piano AIB (antincendio boschivo) 2020-2022 e alle Misure di conservazione previste per le ZSC, quando le aree boscate rientrano nelle Zone Speciali di Conservazione.

Gli interventi di taglio di fine turno si effettuano per i boschi cedui di castagno ad un’età minima di 14 anni, nel periodo che va dal 1° ottobre al 30 aprile, con sgombero della tagliata previsto entro il 30 maggio, mentre per le ZSC (Zone Speciali di Conservazione), il taglio si attua dal 1° ottobre a fine febbraio. I tagli intercalari possono invece essere eseguiti in qualsiasi periodo dell’anno, senza limiti di estensione dell’intervento, ad esclusione del periodo incendi boschivi, per le ZSC (Zone Speciali di Conservazione), da ottobre a fine febbraio. L’art. 68 comma 2, della L. R. n. 7 del 2005, cita le modalità, i mezzi e i tempi per l’azione di esbosco. Ecco perché, nei fatti, ci si può imbattere in un cantiere forestale attivo per quasi 12 mesi l’anno.

Il cantiere forestale è riconoscibile dalla cartellonistica dei lavori e dei rischi ai sensi del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494 (Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili), che l’interessato al taglio, deve apporre lateralmente alla strada principale di accesso al cantiere (art. 65 L.R. n. 7/2005). In particolare, tutte le attività sono interdette, per motivi di sicurezza, all’interno delle aree provviste di divieto di accesso.

È frequente quindi nel territorio del Parco, imbattersi nel corso di escursioni, in lavori di taglio, che possono modificare l’aspetto del paesaggio e dell’itinerario scelto. Se non si è frequentatori abituali dell’area protetta, per evitare di perdersi, si consiglia di scaricare sul proprio smartphone i tracciati offline dei sentieri oppure di affidarsi ad accompagnatori del posto, guide escursionistiche, associazioni, che abbiano l’esperienza necessaria per orientarsi, anche in assenza degli abituali punti di riferimento.