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Arte e Cultura

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Il Territorio di Dolianova fu scenario generoso di vita; terre e pascoli fertili, miti acque sorgive e di scorrimento, dovettero attrarre presto l'interesse di quelle comunità che per prime ebbero sede in Sardegna che decine di testimonianze monumentali documentano a partire dal 3400 A.C.

Fra le realtà dell'archeologia preromana, annoveriamo nuraghi, villaggi nuragici e tombe dei giganti, fonti sacre tra i quali ricordiamo la tomba megalitica di Sa Cresia Magrada e il nuraghe Sa Domu 'e S'Orcu unica per mole e forma.

Numerosi sono i monumenti presenti nelle campagne di Dolianova che testimoniano la straordinaria vitalità delle primitive genti doliensi, di cui nel medioevo fu erede la magistrale opera della Cattedrale di San Pantaleo.

 

Monumenti e Chiese

Cattedrale di San Pantaleo

La Cattedrale di San Pantaleo, sede della diocesi di Dolia fino al 1503, rappresenta un esemplare unico nel panorama architettonico romanico sardo, nato dalla confluenza di numerose contaminazioni culturali dovute a diverse vicende costruttive, datate a partire dal 1170 fino al 1289, anno di consacrazione del tempio.Tra le opere di notevole pregio presenti al suo interno, è possibile ammirare l’antico fonte battesimale di epoca bizantina conservato sotto il presbiterio, l’Arbor Vitae attribuito al pittore-miniatore Simone de’ Crocifissi, di scuola trecentesca, la Madonna del libro e il retablo, risalente al 1503, di origine spagnola, che raffigura la vita e il martirio del santo patrono.

I festeggiamenti dedicati a San Pantaleo si svolgono la seconda settimana dopo la Pasqua e il 27 luglio. La festa che segue la Pasqua è solo liturgica.
Le celebrazioni si svolgono in cattedrale e proseguono con una solenne processione che si snoda nelle vie di quello che fu l’antico villaggio.
Uno dei miracoli attribuiti al Santo è raffigurato nell’architrave del portale principale della cattedrale, dove possiamo osservare un serpente attorcigliato ad un motivo di giunchi palustri.
Si racconta, infatti, che San Pantaleo salvò dalla morte un bambino rimasto vittima di un serpente. Con molta probabilità, questo episodio ha fatto sì che il Santo venisse invocato dagli antichi abitanti del villaggio per scongiurare la malaria, di cui il serpente palustre rappresenta l’incarnazione. Non a caso, fino al XIX secolo la palude di Serdiana si estendeva fin quasi ai piedi della chiesa.

 

Chiesa di San Biagio

 

La Chiesa di Sicci San Biagio rappresentò il fulcro della vita e dello sviluppo dell’omonimo villaggio fino al 1905 quando, grazie all’unione con San Pantaleo, nacque il comune di Dolianova.
Eretta nel ‘500 in stile tardogotico, già nel 1597 versava in condizioni critiche e tra il XVI e il XVII secolo fu ricostruita. Il nuovo edificio presenta, ancora oggi, una navata centrale affiancata da cappelle laterali a copertura lignea. La facciata, invece, fu riedificata nel 1782 con uno stile sobrio e lineare, arricchita da alcuni elementi originari: il rosone, la rosetta, i capitelli e la croce, mentre nella seconda metà dell’800 venne aggiunto il campanile con il primo orologio pubblico del paese.

I festeggiamenti dedicati a San Biagio si svolgono il 3 febbraio e l’ultima domenica di agosto.
Il culto del santo fu introdotto dai Bizantini nel VI secolo e l’antico borgo di Sicci iniziò l’edificazione della chiesa in suo onore nel XVI secolo.  
San Biagio, vescovo martirizzato in Anatolia nel 316 d.C. è considerato il protettore dei malati alla gola. La leggenda narra che, mentre veniva portato al martirio, salvò un giovane a cui si era conficcata una lisca di pesce nella gola. Per questa ragione, alla conclusione della celebrazione in suo onore avviene la “benedizione della gola” attraverso l’avvicinamento al collo dei fedeli di due candele incrociate e la distribuzione dei pirichitteddus, tipici dolcetti che si dice proteggano dal mal di gola.

 

Chiesa di Santa Maria

 

Non si conosce l’epoca di edificazione della chiesa di Santa Maria, ubicata nel centro del paese ed oggi interamente restaurata.
La prima attestazione risale alla seconda metà del XVIII secolo, secondo un documento dell’Archivio Arcivescovile.
Ma il rito dell’Assunta, testimoniato dalla presenza di una statua della Madonna Dormiente con il Bambino Gesù custodita in una teca all’interno della chiesa, ha una tradizione antichissima. Testimonianza della forte devozione verso la Vergine Assunta sono gli ex voto tra i quali i capelli della Santa dono di una o più devote.
L’edificio è consacrato alla Madonna d’agosto, celebrata da tutte le chiese di Dolianova il 15 del mese in un’unica giornata, secondo il calendario cattolico della ricorrenza dell’Assunzione di Maria.
La chiesa di Santa Maria, dal semplice impianto mononavata con copertura lignea, presenta esteriormente la sobrietà dell’intonaco, esito degli interventi di restauro, mentre ingressi e finestrelle mostrano finiture in materiale lapideo. All’interno il presbiterio ospita un pregiatissimo altare ligneo di scuola settecentesca ed alcuni scenografici candelabri. Tra la fine del ‘700 e i primi anni dell’800 la chiesa passò in mano a privati.
La piazza che anticamente ospitava i festeggiamenti venne destinata alla costruzione di un’abitazione.
L’ultimo proprietario, un esponente della famiglia Spada, negli anni Novanta con un atto di donazione cedette la chiesa e il piccolo spiazzo antistante al comune di Dolianova.

Fonte: www.accessit-git.eu

 

Centro Cittadino

 

La Piazza Brigata Sassari è il cuore di Dolianova, simbolo dell’unificazione dei comuni di Sicci San Biagio e di San Pantaleo, avvenuta nel 1905. Nel 1920 la piazza fu oggetto di restauro e nel 1921, per volontà dei familiari delle vittime del primo conflitto mondiale, fu eretto il Monumento ai Caduti.
Il Monumento è costituto da un alto basamento a cippo in pietra sormontato da una scultura bronzea che rappresenta un soldato colpito a morte sul campo di battaglia.
Collocato al centro della piazza, di fronte a quello che allora era il casamento scolastico, oggi sede del comune, l'opera aveva l’intento di ricordare il sacrificio dei caduti e di stimolare ad un maggiore impegno in tema di educazione civile le generazioni future.
Allo stesso modo, la piazza fu intitolata alla Brigata Sassari in ricordo del coraggio e del sacrificio dimostrato dai militari sardi durante il conflitto.

Fonte: www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=4720

 

Casa Padronale Villa de Villa

 

La casa padronale di Villa de Villa, ubicata nel centro storico del paese, fu realizzata nel corso dell’Ottocento in perfetto stile neoclassico, così come altri edifici della stessa epoca che si diffusero in tutta la Sardegna per mano di architetti provenienti dal Continente.
La realizzazione del palazzo risalirebbe al 1869, come documentato da un’iscrizione ubicata nel retro dell’edificio, e presenta elementi stilistici assimilabili al linguaggio dell’architetto Gaetano Cima (Cagliari, 1805 - Cagliari, 1878), considerato uno dei massimi esponenti dell’architettura in Sardegna.
La villa, voluta dal Marchese de Villa e passata poi al Signor Petretto, mostra una canonica impostazione architettonica resa dal prospetto principale caratterizzato dalla simmetria della facciata, da cornici e lesene, dagli intonaci a finto bugnato, dal belvedere. Andata quasi in totale rovina agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso, fu acquisita dal comune di Dolianova negli anni ’80, con l’intento di dar seguito alla volontà dell’amministrazione di predisporre il recupero del bene attraverso un intervento di tipo conservativo che ne restituisse l’antico splendore e rioffrisse la villa e l’area di pertinenza alla comunità di Dolianova.

Fonte: www.accessit-git.eu

 


La Torretta dell'Acqua (Sa Torretta)

 

Realizzata nell’aprile del 1957, la Torre dell’Acqua, che gli abitanti di Dolianova chiamano comunemente ‘Sa Torretta’, è stata utilizzata per lungo tempo come serbatoio dell’acqua.
Dopo un'importante lavoro di ristrutturazione e riqualificazione, che le ha donato nuova vita, il 20 dicembre del 2015, è stato inaugurato il nuovo spazio, con una esposizione dal titolo: ‘Giovanni Battista Piranesi - visionaria memoria dei luoghi’.
Un progetto di architettura industriale dal grande valore culturale e sociale insomma, che ha permesso alla città di riappropriarsi di un luogo moderno, dal fascino antico, adatto ad ospitare un centro polifunzionale di documentazione legato all’importanza del tema dell’acqua e adatto ad ospitare anche importanti eventi musicali, d'arte e di cultura in genere.

 

Complesso nuragico S'Omu e S'Orcu

 

Il complesso Nuragico S’Omu e S’Orcu risalente all’età del Bronzo, è tra i meglio conservati del Parteolla e testimonia la presenza umana nell’area già in epoche antiche. Il sito sorge a pochi chilometri a nord-est dal centro abitato di Dolianova, in posizione dominante rispetto al territorio sottostante della valle Riu Murera. Un magnifico punto strategico e panoramico che consentiva la difesa del territorio dagli attacchi esterni, e che, ancora oggi, riserva scenari mozzafiato a tutti coloro che si recano a visitarlo. Nelle giornate limpide è possibile ammirare le terre coltivate e i vigneti del Parteolla, il Golfo di Cagliari, la cinta montana del Sulcis e le cime, del massiccio del Gennargentu.

 

Chiesa di Santa Lucia

 

La piccola Chiesa dedicata a Santa Lucia Martire, situata nel centro storico dell’antico borgo di Sicci San Biagio, presenta forme semplici e riporta motivi di chiara derivazione spagnola. I primi lavori di ristrutturazione e le notizie riguardanti la festa celebrata per onorare la Santa risalgono al 1633. Attualmente la Chiesa viene utilizzata solo il 13 dicembre, in occasione dei festeggiamenti liturgici in onore della Santa e la Domenica delle Palme, per la benedizione delle stesse. Santa Lucia Martire è considerata la protettrice della vista e di tutti coloro che soffrono di problemi legati ad essa.

 

Chiesa di San Sebastiano

 

La Chiesetta dedicata a San Sebastiano, situata nel cuore del centro storico dell’antico borgo di San Pantaleo, venne edificata come ex voto in seguito alla grande epidemia pestilenziale che colpi il paese negli anni dal 1652 al 1656. Ancora oggi, in onore dei festeggiamenti dedicati al Santo, il 19 dicembre, la sera prima della ricorrenza liturgica, si può assistere all’antico rito della benedizione e accensione del falò, “su fogadoni”.
San Sebastiano è considerato il patrono delle Confraternite di Misericordia italiane.