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La testimonianza di un amico osservatore di Falchi in diretta

L'emozione della diretta raccontata da un osservatore

 
La testimonianza di un amico osservatore di Falchi in diretta
 

Il nostro canale Youtube, al quale ci si collega per osservare la diretta dei Falchi, ha una chat, un luogo dove poter scrivere, annotare, domandare, scambiare opinioni e impressioni tra gli osservatori. Persone, magari che tra loro non si conoscono, che vivono in luoghi diversi e distanti, ma che questa esperienza, complice anche l'emergenza che viviamo, ha avvicinato creando intesa e un certo fervore.
Un assiduo frequentatore e acuto osservatore della nostra diretta è Alessandro, un amico che ci segue dalla Sardegna. Una persona di grande sensibilità che ci ha inviato una sua personale considerazione, un piccolo scritto. Gli abbiamo chiesto se potevamo pubblicare questa sua testimonianza, sulla pagina del nostro sito dedicata alla diretta e lui, cortesemente, ha accettato.

Eccolo.

"L'ho scritto di getto e senza nemmeno rileggerla. La mando con estrema leggerezza sapendo che è solo un mio semplice pensiero.
Costretti a casa. Bombardati da numeri da bollettino di guerra. Purtroppo non è un gioco. Affatto. È una guerra che si lotta stando in casa. Purtroppo non è uno scherzo. Guardo spesso fuori dalla finestra e mi accontento di una foto ad un gabbiano per avvertire un po'di normalità e di libertà. Trovo un link su twitter e mi ritrovo dentro un nido di Falco pellegrino. Ora lo schermo del mio cellulare è l'oculare della mia macchina fotografica.
Certo i mobili di casa non sono alberi, le poltrone non sono rocce e il divano non è lo sgabello pieghevole che usavo per i miei appostamenti fotografici. Ma anche stando in casa si può, in qualche modo, stare la fuori. Non sapevo praticamente nulla del Falco pellegrino. Ma è bastato veramente poco per innamorarmi di quei due soggetti. E gli ho scattato anche delle foto. Un pò particolari in effetti già dal loro nome: screenshot. Ho letto che è soprattutto la femmina che si occupa della cova. Il maschio di questo nido però è molto particolare: l'ho visto stare quasi sei ore consecutive al nido! Beh posso dire che come inizio con il Pellegrino sono stato molto fortunato! Ancora di più a trovare persone che mi spiegavano quello che stavo osservando. Le quattro uova erano sempre accudite con dovizia e attenzione dai genitori. Aspettavo (anzi aspettavamo!) la nascita del primo pulcino (no, si dice pullo! aggiornati Alessandro!!) come un parente fuori dalla sala d'aspetto del reparto maternità. E quel pullo, il 9 aprile è finalmente nato! E sono tornato con gli occhi del bambino, quelli che quando li perdi non ti restituisce più nessuno. E la mattina dopo un altro. E un altro ancora l'11 aprile da un uovo chiaro rispetto agli altri che, sono sincero, davo per spacciato. Inutile dire a quale pullo mi sono "affezionato" di più... Ma la natura è bella e crudele. È semplice e complicata. Quel pullo la mattina del 15 aprile, era solo un corpicino inerme vicino ai vispi fratellini e all'uovo ancora integro. La natura è così e bisogna accettarla. Ma io accetto prima di tutto di essere un essere umano e sono triste per quel piumino bianco che, posso dire, ho visto nascere. Questa storia è iniziata con quattro uova. Quattro speranze di vita. Una purtroppo non ha mai potuto sentire il vento addosso. Una è durata troppo poco per vedere il mondo intorno. Ma due vite hanno dato un senso a tutto. Si perché in natura, vale sempre la pena..." "Cinque anatre andavano a sud: forse una soltanto vedremo arrivare, ma quel suo volo certo vuole dire che bisognava volare, che bisognava volare...(Francesco Guccini)".

Alessandro